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COME AIUTARE UNA PERSONA CHE SOFFRE DI DEPRESSIONE

2022-10-11 10:55

Simona Stravato

Area clinica, psicoterapia, depressione, pregiudizi, suicidio, terapia farmacologica,

Come aiutare una persona che soffre di depressione

Non è semplice stare accanto a una persona che soffre di depressione, in parte perché il disturbo comprende una serie di sintomi non sempre visibili...

Come aiutare un depresso
Non è semplice stare accanto a una persona che soffre di depressione, in parte perché il disturbo comprende una serie di sintomi non sempre visibili e facilmente riconoscibili, in parte per tutta una serie di pregiudizi ancora oggi esistenti nei confronti di questa patologia.

 

Ad esempio, è comune il pensiero che con uno sforzo di volontà sarebbe possibile, per chi soffre di depressione, stare meglio. Questo è anche un messaggio che più volte il depresso sente rivolgersi, finendo per convincersene e incolparsi perché non capace di porre fine al suo malessere. É comprensibile e legittimo il desiderio di fornire aiuto, ma bisogna tenere conto della natura del disturbo depressivo, per non danneggiare ulteriormente una già fragile autostima.

 

Altro errore comune è considerare la depressione e la tristezza allo stesso modo. La tristezza è un’emozione e, come tutte le emozioni, ha una durata limitata. La depressione non è uno stato d’animo transitorio (può durare anche anni), ma una condizione psicologica che necessita di un aiuto professionale, non passa da sola o con il solo sostegno delle persone care.

 

E allora vediamo insieme come riconoscere un disturbo depressivo, quali sono i pregiudizi più comuni e quali sono i modi più utili per aiutare chi ne soffre.

 

Cos'è la depressione?

Cos'è la depressione

La depressione è un disturbo dell’umore, molto diffuso, che si manifesta con una serie di sintomi che riguardano:

 

  • la sfera emotiva: sentimenti di tristezza, angoscia e disperazione. Il persistere di umore basso provoca anedonia, cioè la perdita della capacità di provare piacere o interesse per le cose, con conseguente senso di vuoto, noia e distacco dagli altri, che a loro volta generano sensazioni di indegnità che portano all’isolamento;

 

  • la sfera cognitiva: perdita di speranza, ridotta capacità di pensare o concentrarsi. Sono frequenti pensieri negativi, pessimismo e senso di colpa. La compromissione delle prestazioni intellettuali e la consapevolezza della propria inefficienza portano la persona depressa all’autosvalutazione, al disprezzo di sé, alla convinzione della propria inadeguatezza, talora accompagnati da una ruminazione incessante sui propri sbagli e su colpe del passato. Il futuro è senza speranza e il passato vuoto, inutile e valutato come pieno di errori commessi. A volte pensa di essere responsabile dei propri disturbi e dell’incapacità di guarire: convinto di poter stare meglio facendo uno sforzo, si giudica indegno per la propria condotta, per la propria pigrizia ed egoismo. Possono essere presenti inoltre pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), con o senza tentativi di suicidio;

 

  • la sfera somatica: stanchezza, sonno alterato, affaticabilità, alterazione dell’appetito. Le persone depresse sperimentano una grande diminuzione di energia.

 

Sebbene tutti nella vita possano sperimentare sentimenti di intensa tristezza e anche disperazione, si parla di disturbo depressivo solo quando i sintomi sono così persistenti da intaccare notevolmente la qualità della vita della persona, compromettendone il funzionamento in ambito lavorativo, sociale e in altre aree importanti.

 

Alcuni pregiudizi comuni

  • Non è niente di grave, i problemi veri sono altri: affermazioni del genere riflettono lo stigma esistente nei confronti della salute mentale, considerata distante e meno importante della salute fisica. La depressione non è uno stato d’animo passeggero, ma una patologia, anche se i sintomi non sono visibili o difficili da comprendere.

 

  • E’ tutta questione di volontà: la volontà implica avere una certa quantità di energia da investire per raggiungere uno scopo e una delle caratteristiche del disturbo depressivo consiste proprio in una riduzione della quantità di energia psichica a disposizione. Magari bastasse volerlo per uscire dalla depressione, che invece necessita di cure specialistiche da parte di psicoterapeuti e talvolta un affiancamento farmacologico da parte di psichiatri.

 

  • Col tempo passerà: Se la persona non è correttamente aiutata, il tempo non farà che rendere il disturbo ancora più persistente e pervasivo. È necessario un supporto adeguato da parte di professionisti competenti.

 

  • Pregiudizi legati alle figure dello psicoterapeuta e dello psichiatra (es. curano i matti) e agli psicofarmaci (es. gli psicofarmaci fanno male e creano dipendenza), per cui si provano forti sentimenti di vergogna che impediscono di informarsi in modo adeguato. La terapia farmacologica è una terapia a tempo e può essere dannosa solo se assunta senza l’assistenza dello specialista.

Consigli per aiutare un familiare o un amico depressi

come aiutare un familiare o un amico depressi

Innanzitutto, è importante tenere a mente che il cambiamento è un processo lento. La persona che soffre di depressione spesso è insofferente e incostante, un attimo sembra reagire positivamente agli stimoli offerti e l’attimo dopo si ributta giù. Non scoraggiarsi e tenere sotto controllo le proprie aspettative è fondamentale.

 

  • Stare accanto alla persona e ascoltarla, evitando di offrire soluzioni, indicazioni e interpretazioni non richieste e date al solo scopo di sentirsi utili. Essere presenti (Ci sono per te, non sei solo ad affrontare tutto questo), non giudicanti e pronti ad ascoltare, a volte, è la cosa migliore che si possa fare. Commenti “incoraggianti” come Non hai motivo di essere depresso, hai così tante belle qualità, ci sono tante cose per cui vale la pena vivere, anche se mossi da buone intenzioni, possono sortire l’effetto contrario perché rischiano di sminuire il vissuto di una persona che sta realmente soffrendo e oltretutto è già severamente critica e colpevolizzante nei propri riguardi. Serve empatia rispetto alla sofferenza legata alla depressione (Non è colpa tua, la depressione è una malattia e non si sceglie di essere depressi).

 

  • Stimolare la persona a svolgere dei compiti perché questo favorisce il recupero del proprio senso di competenza e autostima, ma al contempo non pressarlo a soddisfare aspettative troppo alte. Piano piano incoraggiarla a riprendere la vita sociale e un minimo di attività fisica, magari prima attraverso il proprio esempio e poi invitandola a fare una passeggiata insieme nella natura.

 

  • Prendersi cura di sé e delle proprie emozioni. Avere a che fare con una persona che soffre di depressione può generare sentimenti negativi di colpa, impotenza, paura per il futuro, rabbia e frustrazione. Tutto questo è normale e quando si verifica, occorre prima di tutto fermarsi e prendersi cura di sé e dei propri bisogni. Non è egoistico, ma è necessario per ripristinare il proprio equilibrio e la propria lucidità e, in questo modo, poter essere nuovamente d’aiuto per gli altri. Si può veramente aiutare qualcuno solo se si è in equilibrio con sé.

 

  • Non sottovalutare il rischio di suicidio: la convinzione di non poter trovare aiuto e la perdita di speranza portano il depresso a concepire il suicidio come soluzione alla sofferenza o come giusta punizione per le proprie colpe. Anche rispetto al suicidio si sentono spesso frasi come “chi lo dice, tanto poi non lo fa”, ma gli studi dicono esattamente il contrario; o anche “meglio non parlare di suicidio che magari glielo faccio venire in mente” creando una sorta di tabù. Al contrario, affrontare in modo diretto ma sempre con delicatezza l’argomento, può alleggerire la persona e dargli indirettamente il permesso a parlarne (Io sono con te, non ti giudico, puoi parlarmi di quello che senti e pensi, aiutami a capire come posso aiutarti).

 

Ovviamente tutte le parole devono essere sinceramente sentite e accompagnate dai fatti.

 

Psicoterapia e Terapia farmacologica

In presenza di un disturbo depressivo, è fondamentale richiedere l’aiuto professionale. Spesso, la persona depressa è sfiduciata e poco motivata a intraprendere un percorso, per questo è importante incoraggiarla a farsi aiutare (Puoi farti aiutare e puoi guarire tramite l’aiuto di un professionista), supportarla nell’individuare le cure giuste e durante il percorso una volta intrapreso, mostrandosi comprensivi e pazienti.

 

Potrebbe essere sufficiente l’intervento psicoterapeutico o, nelle forme più acute, l’intervento congiunto farmacologico-psicoterapeutico. Il farmaco solitamente serve a ridurre i sintomi per poter poi lavorare, in psicoterapia, sulla ricerca di ciò che i sintomi vogliono segnalare. Si lavora per riconoscere e poi modificare i sentimenti, le cognizioni e i comportamenti che creano disagio alla persona che chiede aiuto. Attraverso un lavoro di psicoterapia è possibile comprendere e dare senso alla propria sofferenza, a trovare nuove rappresentazioni di sé, degli altri e del mondo e così trovare nuove soluzioni ai problemi.

(In un altro articolo ho affrontato quando può essere utile iniziare un percorso).

Importante non limitarsi a considerare il sintomo come sofferenza ingiusta e fine a sé stessa, ma anche come segnale della necessità di evolvere. Solo così è possibile dare dignità alla sofferenza e utilizzarla per mettere in atto dei cambiamenti significativi.

 

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