Erich Fromm diceva “il compito principale nella vita di ognuno è dare alla luce sé stessi”.
Nell’arco della vita, capita a tutti di vivere momenti difficili da gestire, magari con la voglia di cambiare sé stessi o le situazioni che ci circondano, ma non sapere come fare, da dove iniziare. Potrebbe trattarsi di una relazione finita, ma dalla quale non si riesce a uscire o desiderare delle relazioni più intime e autentiche; un lavoro poco appagante, ma “meglio di niente”; sentirsi soli; sperimentare pensieri e comportamenti ripetitivi; trovarsi davanti a una scelta e non sapere che direzione prendere o non avere una direzione da seguire e brancolare nel buio, ecc.
Vorrei...ma ho paura: che si fa?
Cosa facciamo solitamente quando ci sentiamo senza via d'uscita? Quando vorremmo cambiare, ma abbiamo paura che modificare lo stato attuale sia anche peggio?
Sicuramente continuare a fare così come abbiamo sempre fatto, ci espone poco alle novità e al cambiamento, ed è più probabile che ci ritroviamo fermi, con gli stessi problemi, la stessa voglia di venirne fuori e forse anche qualche senso di colpa per il tempo che passa e le cose non fatte. Certo, in compenso non abbiamo perso nulla o forse si, la possibilità di stare meglio con noi stessi e anche con gli altri.
“Dare alla luce sé stessi” è proprio questo, ascoltare i propri bisogni e prendersi la responsabilità di realizzare ciò che più si desidera per stare bene con sé.
Perché cambiare?
Solitamente, ci sono dei motivi per cui scegliamo di cambiare: abbiamo raggiunto l’apice della sopportazione, stiamo soffrendo troppo e allora “Basta, non ce la faccio più, devo cambiare”; ci sentiamo annoiati, tanto che la vita sembra aver perso forma e colori e quindi decidiamo di dare una svolta; o quando comincia ad affacciarsi in noi l’idea che cambiare è possibile.
I modi di fare, sentire e pensare attuali hanno a che fare con ciò che abbiamo appreso durante tutta l’infanzia. Essi sono stati profondamente adattivi e utili in quel momento, ma adesso risultano limitanti perché probabilmente sono cambiate le situazioni con cui ci confrontiamo. É come cambiare la serratura e ostinarsi a volerla aprire con la vecchia chiave. Non funzionerà! Occorre una nuova chiave, così come altri modi di pensare, sentire e fare sarebbero più efficaci nel qui ed ora. E accettare il cambiamento significa comprendere e trasformare aspetti di sé che, in un dato momento della vita, non avvertiamo più come funzionali alla realtà che stiamo vivendo; è alla portata di tutti, parte integrante della vita di ognuno.
Che fare per modificare ciò che di sé o della vita si ritiene problematico?
La psicoterapia può venirci incontro in questo processo.
Nonostante alcuni luoghi comuni, primo fra tutti che in terapia ci vanno i matti o che lo psicologo/psicoterapeuta sia una strana figura in grado di leggere la mente e “chissà che viene fuori”, essa invece può dare la possibilità di apprendere qualcosa di nuovo su di sé e scoprire risorse personali con cui far fronte alle diverse situazioni . Attraverso un percorso su di sé, ci si può rendere conto di avere alternative di fronte ai problemi vissuti e così individuare nuovi modi di agire sulla base di una maggiore fiducia in sé; è possibile inoltre attribuire nuovi significati alle proprie esperienze, attuali o passate, e in questo processo sentirsi liberi di abbandonare vecchie convinzioni su di sé, sugli altri e sulla vita, non più vantaggiosi.
Secondo Berne, il ruolo del terapeuta è quello di far riemergere nella persona il potere che ha in sé di cambiare. Ognuno ha già in sé un proprio potenziale di possibilità, con cui ha bisogno di venire a contatto per potersi esprimere al meglio.
Il fine ultimo della psicoterapia, secondo l’autore, consiste nel ripristinare alcune capacità fondamentali: la consapevolezza, che ha a che vedere con la capacità di rimanere nel presente senza filtrarlo attraverso esperienze passate; la spontaneità, cioè la capacità di far fronte alle situazioni sentendosi liberi di scegliere come comportarsi, senza condizionamenti esterni; l’intimità, che è la capacità di condividere i pensieri, le emozioni e i comportamenti con un’altra persona.
La psicoterapia promuove, quindi, un processo di crescita, all’interno di una relazione terapeutica nella quale il terapeuta sostiene e favorisce nel cliente la consapevolezza e lo stimola ad accogliere e realizzare ciò che realmente desidera.
Bibliografia
Berne E. (1971), Analisi Transazionale e Psicoterapia: un sistema di psichiatria sociale e individuale, Roma, Astrolabio.
Harris T. A. (1974), Io sono ok, Tu sei ok, Milano, Rizzoli.