E’ da un po’ di tempo che pensi di voler intraprendere un percorso di psicoterapia che ti aiuti a risolvere un problema o semplicemente a migliorare la qualità della tua vita. Magari hai anche un’idea del professionista a cui piacerebbe rivolgerti, ma ti senti bloccato e continui a rimandare.
Che dico?
Se non mi trovo bene?
Cosa penserà il terapeuta di me?
Tante domande, accompagnate da sentimenti di incertezza, paura, imbarazzo.
Pensa a tutte le volte che hai dovuto affrontare qualcosa di nuovo: è probabile che le emozioni provate siano state molto simili.
L’inizio di un percorso è spesso accompagnato da sentimenti di incertezza e imbarazzo. Si tratta di una nuova esperienza ed è normale che sia così. Questo vale per le persone più timide ma anche per quelle più estroverse che però faticano ad aprirsi intimamente con gli altri. Il problema è quando l’imbarazzo o la vergogna percepiti sono intensi a tal punto da non riuscire a passare all’azione.
Oltre ad alcune convinzioni erronee (es. se vado dallo psicologo vuol dire che sono matto), i motivi che si celano dietro la difficoltà di aprirsi possono essere vari:
- il timore di parlare delle proprie questioni personali e quindi di svelare qualcosa di sé a una persona estranea;
- il timore di venire giudicati dal professionista o addirittura rimproverati per le proprie condotte;
- il timore di venire rifiutati dopo che il terapeuta avrà conosciuto più profondamente quegli aspetti di sé normalmente tenuti nascosti;
- la paura di venir giudicati e/o disapprovati anche dalle persone care quando avranno saputo della decisione di rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta.
In realtà, spesso, chi prova imbarazzo attiva un processo interno per cui giudica sé stesso inadeguato e teme di essere giudicato negativamente anche dagli altri. Si proverà più o meno imbarazzo a seconda di quanto si utilizza un dialogo critico verso sé stessi. Non solo, se nella sua storia la persona ha sperimentato sulla propria pelle la critica, il rifiuto, l’abbandono ecc. da parte delle persone per lei importanti, si aspetterà che questo possa ripetersi. Pertanto le paure riflettono ciò che la persona ha imparato nel corso della sua vita.
Gli apprendimenti passati possono influenzare il presente a tal punto che, anche se lo psicoterapeuta si mostra accogliente, la persona, temendo di essere giudicata, abbandonata, ecc, si chiude, non dandosi nemmeno la possibilità di disconfermare le proprie aspettative negative e quindi apprendere nuovi modi di fare, pensare e sentire.
Strategie utili per affrontare l’imbarazzo di iniziare una psicoterapia
- Impara a considerare il pensiero che l’altro possa giudicarti negativamente solo come un pensiero e quindi un prodotto della tua mente, piuttosto che come un dato certo che sicuramente si concretizzerà. Abbiamo visto come, spesso, quello che capita è che siamo proprio noi i primi ad essere critici e severi nei nostri riguardi e automaticamente pensiamo che lo siano anche gli altri;
- lo psicologo/psicoterapeuta è un professionista che non sta lì per giudicare ma per accogliere, comprendere e aiutarti a cambiare. Non c’è nulla di quello che porterai in seduta che non potrà essere accolto;
- non rinunciare a un’esperienza di crescita che la psicoterapia può darti, lasciati guidare dal tuo desiderio di miglioramento. Magari ti darai la possibilità di disconfermare una convinzione limitante (es. l’altro mi giudicherà) all’interno della relazione terapeutica, che è una relazione empatica, accogliente e non giudicante e, così, sentirti più sicuro di te;
- se, dopo pochi incontri o col passare del tempo, dovessi accorgerti di non trovarti bene o a tuo agio, potrai farlo presente al terapeuta per comprendere la natura del disagio. La relazione terapeutica è anche una relazione umana e potrebbe succedere che quel professionista non sia la persona giusta per te. Decidere di cambiare a quel punto è una tua scelta.