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ANSIA DA VIAGGIO: PERCHE' SI HA PAURA PRIMA DI PARTIRE

2022-05-21 11:16

Simona Stravato

Area clinica, paura, viaggio, partire, odofobia, agorafobia, vacanze, stress,

Ansia da viaggio-perché si ha paura prima di partire

Non in tutti l’idea di viaggiare accende sentimenti piacevoli. Alcuni sperimentano ansia, a volte intensa a tal punto da rimandare o rinunciare al viaggio.

Ansia da viaggio-perché si ha paura prima di partire

Si avvicina l’estate e nell’immaginario collettivo questo periodo dell’anno è associato alle vacanze, alla voglia di staccare dalla routine quotidiana e partire alla volta di una nuova esperienza. Ma non in tutti l’idea di viaggiare accende sentimenti piacevoli, legati all’eccitazione della partenza, alla scoperta di un posto nuovo, alla condivisione dell’esperienza con le persone con cui scegliamo di partire. Alcuni sperimentano ansia, a volte intensa a tal punto da rimandare o rinunciare al viaggio. Ma se questo serve a placare la tensione in un primo momento, a lungo andare non fa che peggiorare la propria visione di sé.

Ma perché si prova ansia prima di partire?

È molto comune sperimentare ansia prima di una partenza. Più si avvicina la data, più si intensificano sentimenti spiacevoli, accompagnati a volte anche da sintomi fisici (nausea, mal di pancia, battito accelerato, difficoltà a dormire la notte).

 

Alla base dello stress pre-viaggio possono esserci varie motivazioni:

 

  • il timore di allontanarsi dalla propria casa e dalle proprie abitudini, e quindi da tutto ciò che è familiare: anche se la meta scelta è stata desiderata e ragionata, si tratta comunque di allontanarsi per un periodo da una rassicurante routine, per andare in un posto sconosciuto;
  • la preoccupazione di non riuscire a organizzarsi per tempo e di dimenticare cose utili durante la permanenza fuori casa;
  • la paura di fare un incidente o che qualcosa possa andare storto.

 

Tipicamente le persone ansiose pensano a ciò che di negativo e spaventoso potrà accadere nel futuro (e se non mi troverò bene, e se mi sentirò male, e se non mi piacerà il cibo del posto, e se perderò l’aereo per il ritorno?), immaginano scenari catastrofici e hanno la percezione di non riuscire a gestire eventuali problemi e imprevisti.

 

In alcuni casi, ciò che spaventa non è il viaggio in sé, quanto la possibilità sentirsi male in spazi aperti o chiusi, da cui potrebbe essere difficile fuggire oppure che potrebbe non essere disponibile soccorso nell’eventualità che si sviluppino sintomi simili al panico o altri sintomi invalidanti e imbarazzanti (un esempio è la paura dell’incontinenza). In questi casi, parliamo di agorafobia, che è un vero e proprio disturbo d’ansia.

 

La persona agorafobica prova un’intensa sintomatologia ansiosa quando si trova in spazi aperti e affollati come piazze, stadi, code oppure in luoghi dai quali è difficile allontanarsi e fuggire come mezzi di trasporto. Infatti, cerca di evitare di trovarsi in queste situazioni, limitando i suoi spostamenti oppure facendosi accompagnare da una persona di fiducia rassicurante. Se da un lato è desiderosa di autonomia, dall’altro prova aggressività per le difficoltà nell’esserlo.

Andare in vacanza quindi aumenterebbe il rischio di trovarsi in simili condizioni e di sentirsi male e l’idea che questo possa accadere accentua lo stress piuttosto che il piacere in prossimità della partenza.

Alcuni suggerimenti per affrontare l’ansia da viaggio

  • Quando si è in preda all’ansia, si affollano nella mente molti pensieri su possibili scenari futuri. É importante imparare a riconoscere che questo sta accadendo e “osservare” i propri pensieri e le proprie emozioni. Questo consentirà di assumere una prospettiva diversa e sarà più facile stare sul momento presente;
  • procedere per piccoli obiettivi: se la paura di viaggiare è molto intensa, l’obiettivo di andare oltreoceano nella giungla non è realistico. Andare in un posto non troppo lontano da casa e per un numero limitato di giorni è senz’altro più realizzabile;
  • rimandare non è un buon modo per stare meglio nel lungo termine. Quello che può tranquillizzare è concedersi di chiedere aiuto nell’emergenza a una persona di fiducia.

 

È importante non sottovalutare le proprie paure, soprattutto quando diventano limitanti e abbassano la qualità della propria vita. Quando si parla di disturbi d’ansia, l’intervento terapeutico è senz’altro il modo migliore per affrontarli.

Come superare l’agorafobia con la psicoterapia

come superare l'agorafobia con la psicoterapia

Spesso, nei confronti delle difficoltà in generale e dei sintomi ansiosi nello specifico, come attacchi di panico e agorafobia, si provano sentimenti spiacevoli di rabbia, vergogna, si tende a nasconderli e a giudicarsi (Ma perché proprio a me? Ma perché non riesco a stare bene? Se ne accorgeranno tutti, ecc.). Essi invece sono una forma di difesa estrema che l’organismo ha sviluppato per proteggersi da un pericolo reale o immaginario. Di conseguenza, l’obiettivo della terapia non sarà quello di combattere contro i sintomi, ma di dare loro un senso all’interno della propria storia, accoglierli con apertura e senza giudizio per comprendere come mai ci sono e come mai si sono sviluppati per poi, in base a ciò che è meglio per ognuno, apprendere nuove risorse, più adattive nel presente, con cui affrontare la realtà.

 

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