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Dott.ssa Simona Stravato

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PRIMO COLLOQUIO PSICOLOGICO: COSA SUCCEDE E QUANDO RICHIEDERLO

2022-04-02 17:20

Simona Stravato

Area clinica, psicoterapia, cambiamento, primo colloquio, empatia, relazione terapeutica,

Cosa succede durante un primo colloquio psicologico e quando richiederlo

Decidere di iniziare un percorso terapeutico può generare molta ansia: “cosa devo dire? Che succede? Come mi comporto?”

Primo colloquio psicologico - Cosa succede

Se abbiamo un dolore fisico siamo piuttosto abituati a rivolgerci a un medico, se abbiamo un problema fiscale consultiamo un commercialista, ma se il problema che ci riguarda è di natura psicologica, rivolgerci a uno psicoterapeuta non è poi così semplice e scontato.

 

Spesso, si pensa che rivolgersi a un professionista della salute mentale sia da matti, che col tempo passerà, che ce la si deve fare da soli, che in fondo anche parlarne con un amico fa bene. A questi pregiudizi o convinzioni erronee di solito si accompagnano sentimenti di paura, diffidenza e anche vergogna. Si finisce col convivere con problemi che invece sarebbero risolvibili.

 

In cosa consiste il primo colloquio?

Cosa devo dire? Che succede? Come mi comporto? sono alcune delle domande su cui ci si interroga prima di rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta.

 

Solitamente, il primo incontro è preceduto da una telefonata che serve per prendere accordi su luogo e sull’orario. Già durante la chiamata possono essere raccolti dei dati, come il nome e il motivo della chiamata.

Il primo colloquio può avere una durata variabile, ma solitamente dura circa 1 ora, così come quelli successivi.

L’obiettivo principale è la conoscenza reciproca e la raccolta di informazioni sulle motivazioni che hanno spinto la persona ad andare dallo psicologo. Per cui le prime domande saranno finalizzate a comprendere la situazione causa di disagio, quando è insorta, l’intensità di eventuali sintomi, gli ambiti in cui essi si manifestano e le strategie finora utilizzate per gestirli. In questa prima fase si lascia spazio alla persona durante la descrizione del proprio disagio, nel rispetto dei limiti della disponibilità ad aprirsi. L’ascolto fornito è di tipo empatico e non giudicante. Si parte dal presupposto che i sintomi, così come i modi di fare, pensare e sentire della persona, anche se a volte sono percepiti come disfunzionali nella vita di tutti i giorni, hanno sicuramente un significato e quindi vanno accolti e compresi. Se il dubbio è da dove partire, non c’è un modo giusto e uno sbagliato di cominciare a parlare, si può partire da dove si vuole, sarà il professionista eventualmente a porre domande facendo attenzione a stabilire e mantenere un clima di accoglienza.

 

Quando iniziare una psicoterapia?

Quando iniziare una psicoterapia

Ecco alcuni buoni motivi per rivolgersi a un terapeuta:

 

  • quando lo stato di malessere è tale da interferire con le nostre attività quotidiane;
  • quando abbiamo difficoltà relazionali;
  • quando ci sentiamo giù di morale senza un motivo apparente;
  • quando ci sentiamo bloccati e non riusciamo a superare un periodo di crisi o a prendere decisioni;
  • quando il disagio psicologico che proviamo dura da molto tempo e non riusciamo a gestirlo.

 

Chi va da uno psicologo/psicoterapeuta non è matto o strano, casomai, una persona con delle risorse, prima fra tutte la capacità di riconoscere e accettare di aver bisogno di aiuto, poi il coraggio di affrontare il problema per vivere meglio con sé e con gli altri.

 

Spesso, prima di iniziare un percorso, la persona porta con sé delle aspettative magiche di essere “curato”, di ricevere la soluzione a tutti i problemi raccontati, un po' come succede dal medico quando ci prescrive i farmaci. In un percorso psicoterapeutico, sia il paziente che il terapeuta hanno un ruolo attivo, collaborano per raggiungere un obiettivo stabilito, il paziente come esperto di sé, di ciò che pensa, sente e desidera; il terapeuta come colui che ha degli strumenti in grado di sostenere e aiutare il paziente nel cambiamento.

 

Un percorso di psicoterapia è davvero in grado di apportare cambiamenti significativi in una persona, all’interno di una relazione terapeutica nella quale il terapeuta sostiene e favorisce la consapevolezza e stimola la persona ad accogliere e realizzare ciò che desidera per sé.

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